Località: nichelino(to) Interessi: musica,film,libri, Impiego: cerca di lavoro
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la nostra umana anna/ jessica stanley era alla premiere del suo nuov film "Up in the air " a Los Angels
trama del film
Spoiler:
Ryan è un tagliatore di teste: lavora per un’agenzia specializzata nel comunicare ai dipendenti delle aziende il loro avvenuto licenziamento. Efficacissimo nel suo mestire, Ryan vive una vita volutamente solitaria e “up in the air”: viaggia per oltre 300 giorni l’anno e la sua casa sono gli aeroplani e gli alberghi dove si ferma a dormire. Teorico di un’esistenza che debba rifuggire da ogni legame materiale e personale, vedrà la sua pratica perfetta venire incrinata dal progressivo innamorarsi di uno spirito libero e viaggiatore come lui e dalla convivenza forzata con una giovane collega da addestrare, fautrice di una proposta mirata ad effettuare i licenziamenti via internet che obbligherebbe quindi Ryan a smettere di viaggiare e mettere le radici che non vuole. E le crepe si faranno sempre più profonde, fino a divenire cicatrici sul suo animo.
Up in the Air è un film dal doppio volto. O meglio, un film che indossa una maschera: una maschera che tenta di nascondere facendo finta di gettarla via in un prefinale che anticipa quello vero, dove viene reindossata per far credere che sia il suo vero volto. Perché Jason Reitman, per metà abbondante del suo film, gioca tutte le sue carte come si deve: apre con ottimi titoli di testa, caratterizza bene il suo protagonista (un George Clooney forse mai così carygrantesco), regala spessore a lui, al suo solitario e compiaciuto viaggiare, trasmette la freddezza asettica di quello stile di vita e di quel lavoro attraverso una regia essenziale che si appoggia intelligentemente a superfici, riflessi, architetture aeroportuali e suburbane di quell’America rigorosamente di provincia che viene sorvolata e visitata tangenzialmente da Ryan. Persino l’elemento della “critica sociale”, del dramma della crisi economica e dei licenziamenti, pur tutt’altro che pregnante e appena abbozzato, non risulta perlomeno posticcio o pedante. Il tutto per arrivare alla costruzione di un tono sottilmente pessimista, dolente e ai limiti del cinico che dona interesse e spessore alla storia.
nel link fonte tutte le altre foto della premiere devo dire che sta divinamente con questo vestito
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